Vuoi la «Green Card» Usa? Compra un pezzo di stadio


Vuoi la «Green Card» Usa?
Compra un pezzo di stadio
Originale offerta del proprietario della squadra «Orlando City», in cui gioca Kakà
Migliaia di stranieri (cinesi in testa) ottengono il visto finanziando nuove costruzioni

di Sara Gandolfi




Il sogno americano a portata di assegno, ma solo per amanti del calcio. Basta staccarne uno da (almeno) 500.000 dollari per aggiudicarsi una quota del futuro stadio di calcio di Orlando, in Florida, la tessera vip per le partite della squadra di Major League Soccer e anche l’ambitissima Green card, la «carta verde» o «permanent resident card» che consente di vivere e lavorare a vita negli Stati Uniti.

Il miliardario brasiliano

Flavio Augusto da Silva era da tempo angustiato dall’astronomico preventivo (156 milioni di dollari) per la costruzione del nuovo stadio per la sua squadra, l’«Orlando City», che al centrocampo schiera una gloria del calcio mondiale, il brasiliano ed ex goleador del Milan Kakà. In Usa è consuetudine che i fan contribuiscano pagando in anticipo, per qualche migliaio di dollari, una speciale «licenza» che poi consente l’acquisto degli abbonamenti stagionali. Da Silva è andato oltre rilanciando agli stranieri — in particolare ai cittadini del Brasile, di cui è originario, e della Cina — un’offerta molto intrigante: in cambio dell’acquisto di una «quota» da 500.000 dollari, promette agli investitori, alle loro consorti e perfino ai figli il visto permanente negli States, oltre ai dividenti annuali e a due abbonamenti stagionali.

Il boom del visto EB-5

L’offerta è legale, conferma il New York Times: si appoggia al programma federale EB-5, creato venticinque anni fa «per consentire lo sviluppo di infrastrutture nelle aree rurali e nei quartieri urbani poveri». Forzando un po’ la mano — lo stadio sorgerà vicino al centro della benestante Orlando — da Silva si è accodato alla lista sempre più lunga di piccoli e grandi imprese edili che, con i rubinetti delle banche ancora chiusi dopo la fase di recessione, si avvalgono del programma per finanziare la costruzione di hotel, condomini e altri progetti, da Manhattan a Miami. Da qui il boom di visti EB—5, che da 100 nel 2003 sono diventati quasi 9000 lo scorso anno. Uno di questi, nel 2009, portava proprio il nome di da Silva, miliardario brasiliano che ha ottenuto l’ambitissima «carta verde» dopo aver investito in un progetto in Vermont.

Come Depardieu o con la lotteria

Da Silva spera di raccogliere in questo modo almeno metà della somma necessaria per il suo stadio da 25.000 posti, ma non ha potuto garantire che i futuri soci dell’impresa siano davvero dei fan dei suoi «Orlando city». A chi non può permettersi di staccare l’assegno, pur essendo fan di Kakà, invece, non resta che affidarsi ai normali (e difficilissimi) canali per ottenere la Green card: attraverso l’approvazione da parte dell’US Citizenship and Immigration Service della richiesta di rilascio da parte di un familiare — come tentò di fare un insolitamente romantico Gerard Depardieu sposando una sconosciuta nel (bellissimo) film Green Card; a domanda di un datore di lavoro americano; tramite la partecipazione al Diversity Visa Program, la lotteria che ogni anno mette in palio migliaia di posti.

Attenti alle truffe

Coloro che presentano richiesta per il «Diversity Visa» sono inizialmente scelti attraverso un sorteggio casuale generato da un computer, e devono in seguito dimostrare di possedere un titolo di studio di scuola superiore o un suo equivalente, oppure due anni di esperienza lavorativa negli ultimi cinque anni, in una occupazione che richieda almeno due anni di training o di esperienza. Il sito dell’ambasciata Usa in Italia invita tutti a fare attenzione alle email e lettere fraudolente che girano online: «Nel caso riceveste un’email di notifica che vi informa che avete vinto la Diversity Visa Lottery e che dovete inviare dei soldi a una certa persona per procedere con la richiesta di visto, siete vittime di un tentativo di truffa. Coloro che sono stati scelti per la DV Lottery vengono informati dal Dipartimento di Stato, Kentucky Consular Center (KCC) tramite lettera, NON email, e vengono fornite istruzioni su come procedere. Il KCC NON vi chiederà di spedire soldi a loro o a qualsiasi Ambasciata degli Stati Uniti, né a terze persone tramite posta o servizi come la Western Union».

Chi ottiene la Green card, ha accesso ai servizi sanitari e d’istruzione ma non ottiene la cittadinanza, che può però essere richiesta trascorsi cinque anni dal visto permanente d’immigrazione.
17 maggio 2016 (modifica il 17 maggio 2016 | 12:53)
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